La dominazione pontificia nelle Marche continua per buona parte del 1700.
Risultano sedi di governo di prima classe o prelatizie (giurisdizione di un cardinale o di un vescovo) le città di Ascoli, Ancona, Camerino, Fermo, Fabriano, Fano, Jesi, Loreto, Macerata, Montalto, S. Severino, Urbino.
L’attuale Provincia di Ascoli è rappresentata dallo Stato di Ascoli, dal Presidato di Montalto e dallo Stato di Fermo. Offida è aggregata, definitivamente, alla Diocesi di Ascoli. Tale Organizzazione delle Marche e della Provincia tuttavia non comporta una omogeneità amministrativa nel territorio. A tale proposito così ci riferisce D. Cecchi in
"Economia e società — le Marche tra XV e XX sec. (1978): "data la tradizionale debolezza del potere centrale dello Stato Pontificio, è impossibile tracciare una storia amministrativa della Regione senza un’accurata e particolare ricerca della posizione giuridica di ogni città e paese nei confronti della Sede Apostolica, posizione per di più variante nel decorso degli anni per modificazioni successive. Si pensi - così conclude - che gli Statuti Comunali mantengono la loro validità sino al 1816: la qual cosa vuole dire che un reato era punito in un modo in un comune ed in un modo diverso in un altro, anche se le costituzioni pontificie ed i bandi generali dei governatori prelati cercavano di realizzare una legislazione civile e penale uniforme nel maggior modo possibile".
foto del frontespizio degli Statuti Comunali di Offida del 1524
Nei Comuni intanto, nel corso dei sec. XVII e XVIII, il Concilio Generale (ved. Statuto Comunale di Offida del 1524) funziona sempre meno, mentre le funzioni amministrative sono esercitate sempre più dal Consiglio di Credenza (sorta di Giunta Comunale odierna) e quelle esecutive sono di pertinenza del magistrato. Ma gli sviluppi della Rivoluzione francese sono ormai evidenti anche nelle Marche.
L’8 Febbraio 1797 i Francesi entrano ad Ancona, il 12 a Macerata e il 13 a Tolentino. il 28 Febbraio Ascoli, occupata l’anno precedente, viene dichiarata repubblicana e, conseguentemente, si decreta la fine di ogni autorità pontificia.
La città viene governata da un Consiglio Civico composto da due nobili, due uomini della curia, due mercanti e due contadini.
Anche Offida è investita dal fatto. Con la legge del 22 Marzo 1798 le Marche sono divise in tre Dipartimenti (territori amministrativi piuttosto vasti):
- del fiume Metauro (nasce dall’Alpe della Luna, al confine con la Toscana, e sfocia nell’Adriatico, a Sud di Fano) con capoluogo Ancona;
- del fiume Musone (sorge dal gruppo del S. Vicino mt. 1485 e sfocia nell’Adriatico, presso Porto Recanati) con capoluogo Macerata;
- del fiume Tronto (sorge nell’Appennino centrale, attraversa Ascoli Piceno, e da qui percorre una vallata che, per vari chilometri, segna il confine tra Marche e Abruzzo) con capoluogo Fermo.
Offida, dunque, è inclusa nel Dipartimento con capoluogo Fermo.
Purtroppo, però, ben presto seguirono anche azioni di prepotenza e di sopruso da parte delle truppe francesi. G. Marucci nella sua pubblicazione "Castel di Lama" (1982) ci segnala a tale proposito:
"... vi furono ruberie continue nei confronti di paesi intorno ad Ascoli quali Ancarano, Appignano, Offida e Maltignano; profanazione delle chiese, disprezzo per la fede popolare. Fu così che i giacobini (rivoluzionari francesi) costruìrono la loro impopolarità e un sentimento di rivolta anche nelle classi meno agiate, che dovettero constatare come il nuovo regime di governo solo a parole prometteva riscatto ma che nei fatti opprimeva più di quello pontificio". Notizie del resto confermate da al-cune lettere inviate dallo stesso Napoleone al Direttorio (1796-1797). Eccone una: "6 Maggio 1796, Tortona (città del Piemonte). Sarebbe bene che mi inviaste tre o quattro artisti ben noti, perché scelgano quali opere d’arte convenga prelevare per inviarle a Parigi. Spero, se le cose vanno bene, di potervi mandare a Parigi una decina di milioni". Ed ancora: "15 Febbraio 1797. Loreto (cittadina delle Marche, in provincia di Ancona) conteneva un tesoro di tre milioni. Ce ne hanno lasciato per un milione. Vi invio in più la Madonna con tutte le reliquie".
Questo provocò malcontento tra la popolazione e favorì in seguito la formazione dei cosiddetti "insorgenti’, contrari alla nuova politica francese.
Tra i più noti insorgenti viene ricordato Giuseppe Costantini detto Sciabolone, contadino, noto per un’imboscata tesa ai danni delle truppe francesi il 5 Gennaio 1799 a Ponte dArli (Provincia di Ascoli Piceno).
La presenza ditali insorgenti è confermata anche in Offida. Infatti in una nota rinvenuta presso l’Archivio Comunale di Offida si legge:
"La sig.ra Margarita Cataldi dichiara che dagli "insorgenti" venuti in questa terra nell’anno 1799, gli furono tolte un archibuggio del valore di scudi 3,50 ed una coperta di lana del valore di scudi 4".
Ancora, in una nota del 13 Maggio 1801:
"Emiddio dichiara con suo giuramento, e conforme gli attesta Felice D’Angelo, che all’occasione della venuta degli "insorgenti" in questa terra nei mesi di Maggio e Giugno 1799, gli fu derubato un archibuggio del valore di scudi 4,50".
E il 15 Maggio 1801 così si dice di un certo Niccola Amuri:
"in occasione dell’insorgenza perde oltre varie biancherie la somma di scudi 20 moneta corrente, che per forza vollero i briganti contati per mano del suo fratello Luigi, che può tutto ciò documentare".
Il 2 Aprile 1808 le Marche venivano aggregate da Napoleone al Regno Italico e il 17 Maggio veniva decretata la soppressione del potere temporale del Pontefice.
Stemma Comunale di Offida Sono il Leone Guelfo di Offida nel cui Nome vinco
Le Marche, oltre a rimanere divise in tre Dipartimenti (Metauro, Musone, Tronto, come nel 1798), venivano divise in Distretti, in Cantoni, in Comuni.
Ai Dipartimenti venivano preposti i prefetti, di nomina governativa, ai Distretti i vice-prefettiIl Cantone rappresentava una ristretta circoscrizione giudiziaria ed amministrativa rappresentata da un giudice di pace, di nomina prefettizia.
Il Comune veniva retto da un Consiglio Comunale che doveva riunirsi due volte all’anno e da una Municipalità, composta da un podestà e da un certo numero di savi nei Comuni più grandi e da un sindaco ed alcuni anziani nei Comuni più piccoli.
Il Dipartimento del Tronto veniva ad essere costituito dalla Marca di Fermo e Camerino e diviso nei Distretti di Fermo (capoluogo) Ascoli e Camerino.
Offida, compresa nel secondo (II) Distretto, risultava capoluogo del II Cantone, comprendente Monteprandone, Appignano, Castignano, Colli e Monsampolo.
Le Marche nel 1815 (dopo il Congresso di Vienna) ritornano sotto la sovranità del pontefice. Nel 1816 si procede alla riorganizzazione amministrativa dello Stato Pontificio che viene suddiviso in undici (11) Province e diciasette (17) Delegazioni.
Il territorio delle Marche è diviso nelle Province di Camerino, della Marca, di Urbino.
La Provincia della Marca è divisa nelle Delegazioni di Macerata, Ancona, Fermo, Ascoli. Offida è compresa nella Delegazione di Ascoli. Si stabilisce che le Delegazioni vengano rette da delegati aventi potere amministrativo e penale, in questo assistiti da due assessori, aventi funzioni giudiziarie, civili e penali.
Nei comuni sono resi operanti un Consiglio Comunale ed una Magistratura (un gonfaloniere e un certo numero di anziani. Nei comuni, non aventi la sede di capoluogo, è previsto un sindaco che dipende dal gonfaloniere del comune capoluogo. Offida continua ad essere comune capoluogo, con un suo gonfaloniere
Intanto, dopo la Restaurazione (1814-1815), come è noto, iniziavano ad operare in diverse parti dell’Italia i movimenti rivoluzionari tendenti al processo di unificazione dell’Italia e alla cacciata degli Austriaci dalla penisola.
A tale riguardo il movimento della Carboneria fu particolarmente attivo nella cittadina di 0ffida.
Tra i personaggi più noti, aderenti al movimento, ricordiamo: Gaetano Allevi, prozio di G. Allevi (storico ed archeologo) Amurri, Zazzetti, Castellotti, Cocci, Ciabattoni, Rosini e Bianchini. Due sacerdoti Offidani, don Giacinto Fiordi ed Amurri, furono addirittura condannati alla fucilazione proprio perchè accusati di avere preso parte ad una insurrezione ad Ancona nel 1821. La condanna, per grazia di Pio VII (1742-1823), non venne eseguita ma i due rivoltosi finirono la loro vita nel carcere di Corneto (Lazio). I movimenti nelle Marche continuarono anche nel 1831 e terminarono nel 1832 con l’occupazione di Ancona da parte dei Francesi. Offida, nel 1831, riceveva dal pontefice Gregorio XVI (1765-1846) il privilegio di ergersi a città. Per ricordare l’evento venne incastonato sulla Rocca di Offida uno stemma pontificio ed una lapide fu posta nella attuale Sala Consiliare.
Nel 1848 intanto Ascoli entrava a fare parte della Repubblica Romana di Mazzini, Armellini e Saffi. Anche Offida automaticamente viene investita del fatto. Così infatti recita una circolare emanata nella Provincia di Ascoli Piceno:
"Cittadini! li Comitato esecutivo della Nostra Repubblica a grande fortuna nominò a Ministro dell’interno l’illustre avvocato Aurelio Saffi, il quale assunse suo officio nel 17 volgente. Mi è veramente grato annunciarvi tanta benefica destinazione caduta su persona, che ad eminente senno e sapere accoppia amore per la Santa Causa italiana. Aff.mo Ugo Calindri - 20 Febbraio 1849".
Ma con l’entrata dei Francesi a Roma (I Luglio 1849) è la fine della Repubblica Romana e si determina il ristabilimento del potere pontificio.
Con il motu-proprio del 12Settembre 1849 si stabilisce il nuovo assetto politico ed amministrativo dello Stato Pontificio.
Esso è diviso in quattro Legazioni; le Legazioni in Province o Delegazioni; le Province in Governi; i Governi in Comuni.
Per le Marche la Legazione comprende le seguenti province: Urbino e Pesaro, Macerata con Loreto, Ancona, Fermo, Ascoli, Camerino.
Il governo di ciascuna Legazione è affidato ad un cardinale con il titolo di legato della Santa Sede. Il cardinale rappresenta il sovrano nella sua Legazione e pertanto provvede al mantenimento dell’ordine pubblico, avvalendosi della forza pubblica, trasmette ordini alle Province, esercita la sorveglianza per l’esecuzione delle leggi e controlla il comportamento dei magistrati, funzionari ed impiegati, prende in esame gli atti dei singoli Consigli Provinciali, controlla l’operato dei Consigli Comunali.
A ciascuna Provincia presiede, in dipendenza dal cardinale legato, un funzionario nominato dal pontefice per mezzo di breve, con il titolo di delegato; la Provincia prende il nome di Delegazione.
Il delegato esercita nella sua Provincia l’autorità governativa ed amministrativa. Ma tutto ciò dura ben poco. Infatti lo scontro tra l’esercito piemontese e quello pontificio è ormai inevitabile. A Castelfidardo infatti il 18 Settembre 1860 l’esercito pontificio veniva sconfitto e nel Novembre dello stesso anno le Marche venivano annesse allo Stato Piemontese. Anche in questa occasione Offida, sede di un Comitato Rivoluzionario composto da Filippo Tinelli, Giacomo Michelangeli, Giuseppe Micheli, Guglielmo Allevi, fu tra le prime città marchigiane ad insorgere contro il Dominiò Pontificio. Dopo la battaglia di Castelfidardo furono proprio i componenti di tale Comitato ad assumere il governo della città.
Con Regio Decreto del 22 Dicembre 1860 veniva intanto stabilita la nuova suddivisione amministrativa del territorio delle Marche.
Venivano istituite quattro Province: Pesaro-Urbino, Ancona, Macerata ed Ascoli Piceno. Venivano soppresse le Delegazioni pontificie di Camerino e Fermo.
Offida è inclusa nella Provincia diAscoli.
Disegno del XIX secolo raffigurante lo stabilimento bacologico
Le leggi comunali e provinciali dello Stato Piemontese venivano estese automaticamente al territorio italiano annesso.
Pertanto l’italia veniva ad essere divisa in Province, affidate ad alti funzionari, i prefetti.
Questi, nominati dal governo, avevano il compito di tutelare l’ordine pubblico, la direzione degli organismi sanitari e provinciali e, più in generale, decidere in tutti i settori fondamentali della vita cittadina, dalla scuola ai lavori pubblici.
Ai Consigli Comunali venivano preposti sindaci di nomina governativa.
E questo fino al 1889 quando il Crispi (1818-1901) stabili che nei comuni aventi una popolazione superiore a 10.000 abitanti i sindaci dovessero essere non più di nomina governativa, ma eletti dalla Giunta Comunale.
Il sindaco di Offida nominato nel 1861 fu Domenico Curti, a cui seguì nel Dicembre dello stesso anno Micheli Giuseppe.
La cittadina intanto stava evidenziando il passaggio da una economia essenzialmente agricola ad una di più fiorente artigianato e ad un’economia legata ai processi di meccanizzazione ed industrializzazione.
Nell 865 sorgevano infatti nella cittadina un tabacchificio ed alcune industrie del baco da seta, con una produzione annua di 9.000 Kg. di bozzoli.
Inoltre, sorgevano stabilimenti bacologici che confezionavano oltre 4.000 once di seme.
Accanto alla meccanizzazione era naturale che si sviluppassero settori produttivi come il commercio ed un più fiorente artigianato.
Operaie del Tabacchificio (foto archivio G. Ottavi)
Lo storico A. Marchionni in "Notizie storiche e statistiche di Offida (1889) ci informa che operavano nella cittadina
"quattro negozi di tessuti in seta, lana e cotone, cinque di chincaglieria, due di vetri e cristalli, due di ferro, tre di cuoi e pellami, due di mercerie, uno di mobili di ferro, due di stoviglie ed utensili di rame, tre di stoviglie in terra cotta, otto di legumi, risi, farine, paste da minestra ed altro, uno di pasticciere, due di erbaggi e frutta; vi sono ancora cinque pizzicherie, sei macelli di carne di animali bovini e lanuti, cinque locande e trattorie, quattro caffé, trenta osterie, due spacci, due farmacie. Oltre ciò conta tredici fiere rinomatissime; e ricchi mercati, specialmente di suini, in tutti i giovedì".
I trasporti e le vie di comunicazione sono essenziali per una modernizzazione e quindi celerità di scambio dei prodotti.
Ebbene, nel 1886, veniva posta in funzione, in Offida, una stazione ferroviaria che da Ascoli Piceno, percorrendo la vallata del Tronto, andava a congiungersi con l’Adriatica Ancona-Foggia.
Tra Offida e la sua stazione venivano messi in funzione servizi di vetture in coincidenza con le corse dei treni. Il movimento dei viaggiatori, nel 1888, ammontava ad una presenza di 18.500 persone.
Nel 1874, si installava il telegrafo, inizialmente con orario ridotto; in seguito, con orario completo. Nello stesso periodo entrava in funzione l’ufficio postale, con tanto di corse in arrivo ed in partenza per mezzo di treni e vetture.
Corriera in partenza (foto archivio G. Ottavi)
Anche la sistemazione delle strade e delle piazze è indispensabile. Rifacimenti e sistemazioni sono testimoniati da alcuni documenti: alcuni del 1840-42 che si riferiscono alla sistemazione del Corso Serpente Aureo in pietra silicea, e uno deI 1866 al rifacimento della piazza centrale con pietra e travertino.
Per quest’ultimo fa fede una scrittura privata stilata tra il sindaco Micheli Giuseppe e un certo Orsini Giuseppe di Ascoli Piceno, scalpellino.
E, finalmente, arriva anche l’acqua! Nel 1887 dal Monte Polesio (Ascensione) con un apposito acquedotto, l’acqua veniva convogliata fino ad Offida. L’opera costò L. 249.995,09.
A tale riguardo nell’attuale stanza del sindaco si conserva l’originale del contratto per l’appalto della conduttura dell’acqua (26 Febbraio 1886).
Il sindaco del comune di Offida è Agostino Ourti. Veniva poi affidato all’ing. Attilio Pignocchi l’incarico di redigere un progetto per l’illuminazione della città a luce elettrica che fu poi realizzato nel 1906. Venivano costruiti un mattatoio, un macello ed una pescheria pubblica.
Anche l’istruzione doveva essere al passo con i tempi! Il Municipio infatti provvedeva all’insegnamento della ginnastica, del canto corale e del disegno geometrico e d’ornato.
Nel 1863 sorgeva l’Asilo d’infanzia e il 31 Dicembre 1891 veniva stampato in Offida il primo numero del "periodico Ophys".
Direttore del periodico fu Guglielmo Allevi e il gerente responsabile Tommaso Benfaremo.
Anche il servizio sanitario doveva essere efficiente! Operavano due medici, un chirurgo, un veterinario ed una levatrice. La popolazione è in aumento! Nel 1865 Offida contava 4437 abitanti, nel 1881 gli abitanti erano già 5.031, nel 1888 la cifra saliva a 5.584.
foto della fiera: fuori porta e campo boario con al centro il tabacchificio
HANNO DETTO...
Se, come di ce Plinio, una Città è tanto più nobile quanto è più antica, nobilissima fra tutte le Città italiche è, senza dubbio, Offida, siccome quella che si perde colla sua origine fra le nebbie dei tempi presisorici.
Antonio Marcoionni, Notizie storiche e statistiche di Offida